Fine di maggio 2020

Nel periodo che siamo stati chiusi in casa io sono stata fuori il più possibile. E' una contraddizione, lo so. Questa chiusura da Covid, per me personalmente ha significato, per certi aspetti, recuperare libertà. Ho ripulito tutto il giardino, ho sistemato certe cose in casa, ho messo a dimora tante piante che aspettavano in vaso, alcune da due anni. Ho cominciato a sistemare un pendio dove c'era un muro a secco che è caduto, ne sono rimasti solo due pezzi abbastanza a posto. Non è l'unico muro crollato, ma questo è dentro il recinto, nella zona che usiamo per l'orto. Pensavo sempre di farlo rifare da un muratore, prima o poi. Ora che ci aspetta un periodo di nuove ristrettezze economiche ho deciso di fare da me e ho cominciato.  Mi ci è voluto un gran coraggio. Il muro è franato, io tiro giù terra e sassi con la zappa, divido i sassi secondo la pezzatura, faccio uno scavo per sistemare i primi in basso. Tolgo gramigna e altre erbacce e radici. Costruisco un nuovo muro di contenimento, largo, in modo che stia in piedi, perchè non sono brava come quelli che costruiscono muri a secco. Qualche anno fa come regalo di compleanno avevo chiesto un setaccio, un vaglio, per vagliare la terra. Mio marito me ne aveva comprato uno che sembrava un giocattolo. Da piangere. Però in questi giorni per disperazione ho usato anche quello, ottenendo un terriccio fine come la farina, quasi. Mi ci voleva un vaglio da muratore o da vivaista e non so neanche se li vendano più. Ho pensato di fabbricarmene uno con della roba vecchia che abbiamo qua, ma mi ci vorrà un pezzo di rete apposta, che devo procurarmi. Insomma ho lavorato come una matta. Lavorare, mettere la testa in una cosa e cercare con tutta calma di farla, e vederla venir fuori, anche alla meglio, mi serve a tenermi un po' fuori dalla situazione che abbiamo in casa, perché è inutile ripeterlo, ma avere qui una donna molto anziana con l'Alzheimer è complicato. Come se ci fosse un buco nero aperto in casa, un vortice che attira e può tirarti dentro, e devi stare sempre a una certa distanza, fisica e soprattutto mentale. Devi stare per quanto possibile, da un'altra parte. Anni fa se avessi letto o sentito dire quello che ho scritto ora mi sarei scandalizzata. Come si fa a essere così cinici, così distanti? Mi sarei chiesta. Ora che mi ci trovo dentro con tutte e due i piedi non posso dire altro che questa è la mia soluzione, attualmente. Non è neanche troppo stabile, cambia. Insomma: è una cosa che va portata in fondo, un lavoro, e bisogna attrezzarsi come si riesce.

E' piovuto un po', quello che serve per farti desiderare davvero la pioggia. E' venuto freddo e una quantità d'acqua insignificante. Insignificante vuol dire che se scosti due centimetri con una zappetta sotto è asciutto. Di quest'acqua ne approfitta l'erba, che cresce abbastanza rigogliosa. Seguo certi gruppi facebook di giardinieri appassionati e vedo gente che come me aspetta che piova. Ieri uno di loro diceva che dalle sue parti, vicino a Roma, era piovuto proprio bene e si immaginava il giardino nei prossimi giorni, dopo aver bevuto l'acqua del cielo e essersi ripreso. I giardinieri si assomigliano!
Sono tornata al lavoro. Solo due ore e mezzo la sera, con la mascherina e gli igienizzanti. Qualche giono fa ho compiuto 65 anni e mi pare impossibile di dover ancora lavorare fuori casa, ma è così.