Call center, parassiti, portatori d'acqua, Shantaram

Mia figlia ha lavorato per qualche tempo in una gelateria. Poche ore nel fine settimana. Un lavoretto solo estivo, ma di qualche soddisfazione, perché è il secondo anno, e si era stabilito con i proprietari un rapporto di fiducia. Ora però finisce e lei, esasperata da diverse cose, ha deciso di riprovare in un call center. Le avevo detto di non provarci neanche, qualche anno fa aveva fatto un'esperienza in un posto dove tenevano attaccata al muro una foto del duce e si comportavano come lui. Urlavano molto, i proprietari, assecondando istinto predatorio e frustrazione personale, col risultato che le ragazze (tutte donne) spesso piangevano e i risultati nel lavoro non miglioravano per niente. I primi giorni qualcosa vendevano, poi la curva delle vendite si abbassava, in modo fisiologico, allora buttavano fuori le malcapitate facendogli credere che era colpa loro. Mia figlia che aveva capito meglio di altri, previde il giorno che avrebbero mandato via lei e quando la chiamarono, cupi e cattivi, gli rise in faccia, proprio di gusto, senza riuscire a fermarsi. Questa risata è stata, credo, la cosa migliore che le è rimasta di quell'esperienza.

Lavoro. Bah, chiamarlo lavoro mi pare esagerato, non perché non si lavori, per il senso dell'intera faccenda. Ora parlo in generale. Questo tipo di call center vende qualcosa che non ti serve. Spesso mi chiamano per vendermi biglietti di teatro per beneficenza. Io a teatro non ci potrei comunque andare, visti gli orari di lavoro e molte altre cose. Incassi devoluti a certe fumose associazioni per il  morbo di Parkinson o l'Alzheimer. Anche per Emergency, una volta. Ma se vuoi sostenere Emergency puoi farlo direttamente. Mentre per il Parkinson o altre malattie contano sul fatto che, solo a sentirle nominare, anche puramente a scopo "apotropaico", cioè per una forma di superstizione, ti viene subito l'impulso di dare dei soldi, caso mai tenessero lontano la malattia. Son cose immediate, la paura ti fa dire sì e in fondo è una piccola cifra, dieci euro, che può scomodare comunque, ma chiunque ne puo fare a meno, o quasi, e mandano un incaricato a prenderli, senza ricevuta.  Aggressivo, l'incaricato, come ho potuto sperimentare di persona. Mio marito anni fa aveva dato dei soldi e era diventata una tassa fissa. Quando al telefono ho risposto io il gioco è finito. Infatti continuano a chiamare e cercare lui. Drenano denaro, poco, ma da tante persone, in modo continuo, (senza che l'agenzia delle entrate se ne accorga?), nascosti dietro un velo tipo associazione culturale. Fanno "beneficenza", sì, ma a se stessi, i soldi rimangono quasi tutti a mantenere il gioco, che diventa un modo di campare alle spalle di un'intera società ignara. Ai malati di Parkinson o quel che sia arriva forse un 10 per cento, ma penso di esagerare per eccesso. Credo che lavorino, eh! Che ogni mattina vadano in ufficio e si accertino che le ragazze facciano le telefonate, e che il tizio vada a recuperare i soldi, e pagano un piccolo affitto per i locali e il telefono...Continuamente cercano personale per telefonare a casa della gente, lo vedo dagli annunci. Parassiti, che vivono nelle pieghe di una società che li tollera, come le pulci, o meglio gli acari, addosso al cane o agli umani, che se ne accorgono poco. Io quando mi telefonano li mando al diavolo. Però c'è sempre chi paga.

Vado in pizzeria a lavorare e tutti, lì, proprietari compresi, lavoriamo con il nostro corpo e la testa, e produciamo qualcosa di concreto. Non è una truffa, i clienti mangiano, o si portano via una pizza da mangiare altrove. Questi call center invece sono un qualcosa che cresce negli spazi di caos di una società che tenta di agire in modo ordinato, ma moltissime cose scappano dal disegno, dalla griglia ordinatrice, e si forma  un qualcosa di ordinato, sì, ma che cresce per conto suo sfuggendo al progetto generale, progetto che qualche senso prova a averlo. Non so se mi sono spiegata. 

Ora sembrerà che cambi argomento, ma non è così. 

Un amico mi ha dato da leggere "Shantaram", sull'India, mi ha detto. Qui trovate una recensione. Quello che ne penso io lo scriverò quando l'ho finito. Per ora bellissimo. Per forza, è Vita. Editore Neri Pozza. Lunghissimo, tante pagine tutte sorprendenti.  

A un certo punto c'è una storia sull'acqua.  Greg, autore e protagonista, scende le scale dell'albergo un po' fatiscente in cui abita e incontra degli uomini, indiani, che invece salgono con dei grossi recipienti pieni d'acqua in equilibrio sulla testa. 

(Nel nostro sud si usava portare l'acqua con delle conche  in equilibrio sulla testa. L'acqua oscilla e ci vuole niente perché cada in terra, così le ragazze, toccava a loro, sviluppano una speciale abilità. Noi abbiamo avuto una signora a servizio per molti anni, quando ero bambina, che aveva portato l'acqua in testa, nel suo paesino nelle montagne vicino a Benevento. )

Questi forti uomini indiani salgono arrancando con questi recipienti in testa, sudati. Greg, chiede a Prabu, la sua guida indiana, che diavolo stanno facendo. Portano su l'acqua per la tua doccia, Lin. Lin è il nome che gli ha dato la guida. Lui si sente male, aveva fatto fin lì anche 3 docce al giorno con quell'appiccicoso caldo indiano e ora dice che non ne farà più, se costano tutta quella fatica ad altri uomini. La guida indiana lo guarda con riprovero. "No, tu non hai capito niente, Baba. Devi farne tante, anche 4 o 5, perchè per questi portatori d'acqua è il loro lavoro, mantengono così la famiglia, e ne sono orgogliosi!" 

Greg, o Lin, che è lo stesso, li guarda allontanarsi per la strada con la loro cisterna, i corpi allenati e muscolosi, ammirati dalle ragazze che passano. E pensa che se le cose stanno così farà ancora più docce ogni giorno.

Che vi devo dire? Un'altra lezione su cui ho riflettuto. Ribaltamenti, quando si è costretti a cambiare punto di osservazione, a vedere cose nuove, l'altra faccia della realtà. Percorsi insensati che assumono un senso per qualcuno, sono perfino vitali...il caos strettamente intrecciato all'ordine. Chi prevale? Ha senso cercare di fare ordine?

In ogni modo per me, dovrei dire purtroppo?, i call center , almeno alcuni, potrebbero chiudere.