Un giro nel bosco
Oggi è venuta qua l'Antoinette. Abbiamo fatto il solito giro in giardino, a vedere quello che si muove. E' stato abbastanza freddo, un freddo che anni fa sarebbe stato normale, qualche grado sottozero di notte, i panni stesi che diventano rigidi, l'erba che la mattina fra cric sotto le scarpe, la superficie del laghetto che gela, le foglie delle piante, tutte, quelle cadute e quelle attaccate, bordate di una trina di ghiaccio. Un giorno è nevicato un pochino, la neve si è depositata sugli oggetti e la mattina dopo ho trovato su una lastra quadrata di plastica una lastra uguale di ghiaccio tutto pieno di bolle d'aria, era la neve che era diventata intera. Un quadratino preciso di ghiaccio.Con questo freddo ugualmente le rose lentamente hanno continuato a fiorire, quasi meglio di come fanno in piena estate. Così la lonicera fragrantissima e gli ellebori, che però vanno pianissimo.
Con l'Antoinette siamo andate fuori del cancello, a vedere l'abbozzo di giardino che sopravvive nonostante le raspate dei cinghiali. Phlomis a fiore giallo e rosa, centranthus, santoline, salvie, qualche rosellina...tutto fermo, tutto in attesa, progetti per la primavera. Chissà come sarà a primavera? Poi siamo andate più lontano, oltre l'oliveto, a vedere come stanno altre piantine che ho messo lì due anni fa. Sembra bene. Un piccolo gingko è ancora fasciato di rete per sopravvivere ai caprioli. Ci siamo inoltrate nel bosco. E' un bosco vero, di piante autoctone, querce, lecci, aceri campestri, qualche raro frassino, tanti rovi e prugnoli, che bucano come diavoli. Antoinette ha osservato che anche se a uno non piacesse la casa, la comprerebbe lo stesso per questo pezzo di bosco. Ora parlano tanto di terapia degli alberi. E' proprio vero, un quarto d'ora in giro là in mezzo e subito ci si sente meglio. Si può progettare di pulirlo, di togliere un po' di rovi, ma va bene anche così, non chiede niente e dà tanto, torni in casa che ti senti in pace.