in giro per la Valdichiana: le Chianacce
Lunedì scorso ho fatto la prima dose di Vaccino Pfizer. Qualche giorno prima si era aperto il Portale in rete per la prenotazione per quelli della nostra età. Portale: manco si fosse in un film di fantascienza tipo Stargate! Abbiamo provato a prenotarci e sembrava un gioco online, una roulette, la ruota della fortuna... non c'era posto da nessuna parte. Poi Mauro ha provato a cercare anche lontano da Arezzo e ha trovato posto per sé a Montepulciano. Ci vuole un'ora di macchina. Per me poi si è aperta una possibilità il giorno prima di lui a Cortona. Ringrazio che siamo stati vaccinati, ma il metodo usato qui in Toscana è stato davvero assurdo. A Cortona abbiamo incontrato gente del posto che aveva trovato posto da noi a Monte San Savino! Praticamente un viavai di gente su e giù per la valle e per tutta la regione. Si parla di svolta verde ma questo fatto di mandar la gente in giro a vaccinarsi, ognuno per conto suo, senza tenere conto che fanno parte della stessa famiglia è veramente il contrario esatto della sostenibilità ambientale.
Comunque abbiamo fatto un bel giro in Valdichiana, quella meno nota, dove ancora ci sono allevamenti di vacche chianine e vecchie leopoldine, le case costruite ai tempi del granduca leopoldo, parecchie delle quali maestose ma mezze distrutte. Grandi parallelepipedi con una piccionaia centrale o due torrette laterali e a volte un bel loggiato a piano terra o al secondo, per seccare il granturco. Quanta gente, quante famiglie abitavano in quelle case! Erano come piccole industrie agricole. Una campagna curata, con laghetti per l'irrigazione, dolci colline basse e ogni tanto un fosso ricco di piante ripariali che si connette al canale maestro della Chiana.
Un pomeriggio del 1979 con un amico giornalista andai alle Chianacce. Anche io cominciavo a lavorare come giornalista alla Radio di cui lui era direttore. Dalla città ci volle tanto tempo a arrivare, per stradine di campagna fra campi coltivati nella grande pianura dove montagne e colline si vedono molto lontane e ogni tanto si incontra un fosso di quelli che confluiscono nella Chiana e hanno nomi da "Ufficio" , tipo "Collettore destro..." con un numero di riferimento, assegnato nel periodo della Bonifica, ma alcuni hanno nomi veri, come l'Esse, che passa vicino a noi e a Lucignano, o il Leprone, nella zona di Ciggiano. Qui trovate delle notizie sul canale maestro della Chiana e la sua storia. Ho scoperto di recente che nel medioevo molta parte della valle era allagata e Santa Margherita di Cortona, prima di essere santa, arrivò dal suo uomo in barca!
Aveva sedici anni quando attirò l'attenzione di un giovane nobile e ricco al quale la tradizione ha dato il nome di Arsenio della famiglia Del Monte o, secondo alcuni studiosi, dei Pecora, proprietari di terre a Valiano, nella zona dei Palazzi. Attratta da un amore che le appariva promettente, ella accolse l'invito di Arsenio a trasferirsi nel suo castello di Montepulciano fuggendo da sola e di notte discendendo da Laviano verso il fondo acquitrinoso della Val di Chiana. A quei tempi la Val di Chiana non era ancora attraversata dal Canale Maestro iniziato da Antonio Ricasoli nel 1551, nè era stato colmato il tratto fra il Lago di Chiusi e quello di Montepulciano: Margherita rischiò quindi di rimanere impigliata fra i canneti o addirittura di affogare, essendosi la barca capovolta.
Cammina cammina, in una campagna ricca e "ubertosa", come si diceva una volta, arrivammo alle Chianacce, dove si teneva una cerimonia di inaugurazione della Casa del Popolo nuova. In questo posticino piccolo, lontano un po' da tutto, anche da Camucia, che è il centro più prossimo, c'era una comunità unita e collaborativa che aveva costruito questa casa del Popolo nuova e il prete era lì per benedire. Non ricordo molto di più, solo una gran tenerezza e ammirazione per questa gente toscana a cui nessuno aveva regalato nulla, neanche il Partito. Insomma, lunedì scorso siamo ripassati di lì e al cartello delle Chianacce mi è tornata questa tenerezza. Chissà se è ancora come allora? Se con tutti gli anni di Berlusconi e di crisi e ora col Virus qualcosa di quello spirito indomabile è rimasto?
A chi viene qua come turista consiglio di perdersi in questa Valdichiana poco conosciuta, di visitarla bene, a piedi, magari lasciare l'auto lungo la strada e imboccare un sentiero dei campi o, perché no, il lungo sentiero della bonifica che da Arezzo porta fino al lago di Chiusi.