Caldo infernale, Lama Fulmine sparisce, appare Milloschi e entrano i cinghiali in casa

Che si può dire di quel periodo lungo di caldo africano e niente pioggia?  Mi sembra quasi sia stato un sogno lungo lungo, in cui la notte e il giorno si mescolano, si fondono, e avevo le idee poco chiare, e un po' di paura di avere un inizio di demenza, perché dimenticavo cose e mi confondevo, e mi stancavo moltissimo a fare cose che normalmente non mi costano fatica. 

Ho annaffiato tanto tentando di far sopravvivere la maggior parte delle piante, ma con un vento come un Phon acceso, a 40 gradi come minimo, per parecchie ore al giorno, la faccenda diventa impegnativa. Annaffiare era l'attività principale, non c'è erba da tagliare e non c'era tempo di fare altro. L'anno prossimo dovrò installare un impianto di annaffiatura almeno per una parte del terreno, e inventare qualcosa per le zanzare.

Una mattina verso le cinque ho sentito Mauro che dalla porta chiamava la Holly gridando, sempre più allarmato. Siccome non smetteva mi sono svegliata un po' meglio e l'ho sentita di sotto, in giardino, avventarsi e poi ho sentito dei grugniti. Mi sono affacciata alla finestra ma era ancora buio e ho chiesto se c'erano dei cinghiali. Mauro ha detto di sì. 

"Ma certo! -ho detto io- Sono venuti a bere, povere bestie, avevo lasciato un secchio con l'acqua fuori della rete."

"Ma che fuori, sono dentro, non l'hai visto quel varco aperto?"

Ma di che parla? mi sono detta. Quale varco? Intanto la Holly è rientrata e venuta in camera e lui mi ha detto di controllare che non fosse ferita. Vent'anni fa i cinghiali ferirono gravemente un altro cane nostro, la Lilli. L'ho guardata, toccata sotto la pancia, ispezionata in giro e stava bene, solo un po' moscia. Ci era rimasta male perché erano entrati senza che lei potesse fare il suo lavoro. Sono tornata a dormire, sempre in questo stato confuso fra il sonno e la veglia per il caldo e intanto ho ricordato che era vero, c'è un buco aperto nella rete e l'avevo aperto io per chiuderlo meglio con dei sassi murati, ma poi era stato troppo caldo per tutto. Più tardi Mauro ha messo un pezzo di rete elettrosaldata dal di fuori, che se spingono non riescono a farla cadere. Ho realizzato che la Holly, nonostante abbia quasi dodici anni, che per un cane della sua stazza sono parecchi, aveva fatto con coraggio il suo lavoro e aveva cacciato fuori i cinghiali. Brava cagnona!

Qualche tempo fa è sparita la micia più anziana, che la Fiamma moltissimi anni fa aveva chiamato Lama Fulmine, come il monaco tibetano del film di Bertolucci "Il piccolo Buddha". Avevamo ricostruito le storie dei gatti e secondo l'altra mia figlia aveva circa 18 anni. Era diventata leggera e fragile, aveva passato l'inverno e la primavera fra divano, poltrone e cuscini, e molto davanti alla ciotola dell'acqua a bere. Sicuramente i reni non funzionavano più bene. Quando stavo seduta veniva da me. Gli ultimi giorni sembrava veramente stanca, perdeva l'equilibrio e era sempre più leggera. Fuori faceva già molto caldo e voleva uscire, finché un giorno non l'abbiamo trovata più, svanita, come dissolta, ma forse l'ha presa una volpe. Addio piccolina, quanti anni insieme!

Al suo posto si era già avvicinato un gatto grigio scuro, come un certosino, un bel gatto, però estremamente diffidente e malandato. Insieme a lui è comparso un gatto tigrato, giovane, buono, pieno di graffi e ferite, con le orecchie già smerlettate dai combattimenti. Vengono a mangiare e gli ho già dato dei farmaci, uno per i parassiti esterni e uno per quelli interni. Quello tigrato pieno di graffi e ferite mi ha ricordato una poesia in rima che recitava il mio babbo, ma che non sono riuscita a ritrovare. Forse parlava di soldati feriti, con tanti marchi addosso, "....con cento guidareschi ( i guidareschi sono cicatrici) ... chi n'ebbe mille si chiamò milloschi."

Così il micio grigio lo chiamo Milloschi, o Millo, o anche Milloni, come un famoso Notaio aretino. Si sono accasati tutti e due, il più anziano vine solo a mangiare e non si fa toccare, Millo entra in casa, litiga un po' con le nostre micie, si mette in poltrona. Ora dal caldo africano sono passati un po' di giorni, ma non è piovuto quasi niente e la situazione è la solita. Le colline hanno interi versanti marroni e la campagna ha tanta sete. Io ho tante domande sul futuro, se restare qui in campagna, se ce la faremo con tutto il lavoro che c'è, se me la sento di affrontare stagioni così roventi... e prima o poi dovrò darmi delle risposte.