Uno dei primi giorni di settembre Mauro si è rotto il gomito del braccio destro.  Era già tarda mattinata e era abbastanza agitato. Ha detto che voleva andare a smontare un'apparecchiatura sul tetto. Gli ho risposto che non era il caso, non quel giorno lì; non mi sembrava abbastanza presente e attento. Ma lui ha preso la scala di alluminio, una borsa con gli attrezzi e è andato. Non era la prima volta, ci era salito parecchie volte passando da dietro la casa, dove il dislivello è tipo 3 metri o anche meno. Passato qualche minuto ho sentito un rumore e delle urla terribili, ho risposto urlando anch'io molto spaventata e in un attimo ne ho pensate troppe per scriverle. Stavo per uscire di casa, ma poi ho pensato che se fossi andata lì e l'avessi trovato paralizzato o con la schiena rotta magari non avrei avuto la presenza di spirito di tornare a telefonare, e ho chiamato subito il 118. Intanto sicuramente loro sarebbero arrivati. Mentre parlavo col 118 Mauro è entrato in casa con la faccia insanguinata e tenendosi il braccio destro.  Be', era vivo, camminava e parlava, benché molto agitato, ma questo è normale. Gli ho pulito il viso dal sangue, aveva una ferita verticale profonda sulla fronte,e  poi subito sono uscita per far rientrare la Holly, perché non creasse problemi all'ambulanza. Nel frattempo erano arrivati i nostri vicini del paese, richiamati dalle urla. Vederli mi ha fatto bene, e li ho ringraziati tanto, ma già stavano arrivando i soccorsi. Quelli dell'ambulanza mi hanno chiesto di vedere da dove era caduto Mauro e siamo andati dietro la casa, proprio mentre arrivava un elicottero e uno dei vicini mi ha detto che era il Pegaso. Ma io non so niente di Pegaso se non che era il cavallo alato del mito, così ho pensato che ci fosse un incendio da qualche parte. Un vicino mi ha detto "E' qui per il tuo marito!"

Porca miseria, anche l'elicottero! 

Ha provato a posarsi fra gli olivi del nostro confinante, ma non c'era posto e si è rialzato in volo.  Mauro in casa era stato legato alla barella e protestava, preoccupato per i vasi sanguigni del braccio. Gli si era girato al contrario con la caduta, l'aveva rimesso a posto da solo e gli era venuta l'idea che gli si fossero rotte vene e arterie. Gli hanno sistemato il braccio in qualche modo e sono partiti. Io non dovevo andare, perché in ospedale i parenti non sono ammessi per il covid. Tutto era accaduto in poco tempo e ero parecchio frastornata.

Questa è la cronaca. In serata sono andata a prenderlo al pronto soccorso. Gli avevano sistemato la lussazione, ma poi la settimana seguente l'avrebbero operato per la frattura del gomito. 

In tutto questo come sempre ci sono aspetti comici. Ci sono sempre nella vita, anche nelle situazioni più tragiche, la comicità si intreccia con la disperazione e la rende più tollerabile. Io non ho visto niente, perché sono rimasta a casa, ma pare che ci fosse tutto il paese fuori a vedere l'elicottero che si è posato in un parcheggio, vicino alla piazza dove fanno la festa annuale. Qualcuno ha fatto un filmino, dovremo recuperarlo. Verso le due di pomeriggio mi ha suonato il campanello il figlio del vicino più prossimo, quello dell'oliveto dove doveva posarsi l'elicottero. 

"Ma mi dici una cosa, che gli è successo a Mauro?" Gliel'ho raccontato.

"Ma è vero che è venuto l'elicottero?"

"E' vero sì! Ha cercato di scendere nel tuo campo."

"Ma il mi' babbo l'hai visto?"

"Io no. Perché, era qui?"

"Era qui ma non ha sentito niente. Sordo! Ma non ne vuol sentir parlare. Dice che ci sente benissimo."

Prima le urla da far scendere la gente che abita a trecento metri, poi l'ambulanza a sirene spiegate, poi l'elicottero, e non ha sentito niente. Però ha sentito vento, quello provocato dalle pale del mezzo, e ha alzato la testa. Vedendo l'elicottero sopra il capo ha salutato con la mano. Mah.