Un pomeriggio di un paio di settimane fa mia figlia cantava. Le piace cantare, fa parte di un coro polifonico e a volte sentiamo che studia la sua parte, che è solo la sua e senza tutte le altre non si coglie la bellezza del brano, però quando canta è buon segnale. Quel giorno invece cantava sopra una musica che stava ascoltando. Canta bene, è molto intonata fino da piccola. Era tanto che non la sentivo cantare e mi ha commosso. E' stata una lunga estate difficile. A  giugno era per qualche giorno al mare e si è fatta male a una caviglia e al piede. Si è rotto un ossicino, è stata ingessata e dopo è stata per tanto tempo ferma, quasi due mesi, qui da noi. Non capivo perché non guariva, nonostante la fisioterapia e altre cose che stava facendo. Sembrava che si stesse addensando una tempesta sopra le nostre teste e non sapevo cosa fare per evitarlo. Certe volte non si può fare proprio niente. A un certo punto, infatti, il fidanzato si è dileguato. Infine, intorno al venti di agosto, quando stava un po' meglio e aveva deciso di tornare a casa sua e starsene da sola, l'hanno chiamata per un'operazione che aspettava da tanto di fare, per l'endometriosi. Aveva già rimandato a giugno e invece stavolta, anche se era piuttosto spaventata, ha accettato e abbiamo prenotato una camera a Negrar, in provincia di Verona. A Negrar, un piccolo paese della Valpolicella, c'è un ospedale specializzato per la cura dell'endometriosi, soprattutto la chirurgia "laparoscopica mininvasiva". Se si cerca una camera si trova in rete un lunghissimo elenco perché l'ospedale ha anche il reparto di oculistica e quello di ortopedia che funzionano molto bene e ci sono continuamente ricoveri. C'è un'economia di paese che gira intorno all'ospedale, un turismo sanitario non condizionato dalla stagione o dalle condizioni meteo, un giro continuo di gente in appartamenti e piccoli alberghi. Le case private in prossimità dell'ospedale sono state quasi tutte trasformate in strutture ricettive. Il 25 era il giorno dell'intervento, ma il 24 doveva essere lì la mattina presto per la preospedalizzazione, così siamo andati il 23. Mauro è rimasto fino a che è uscita dalla sala operatoria; l'ha vista, ci ha parlato, poi è tornato a casa. Sono rimasta io perchè, per qualunque evenienza, ci fosse una persona della famiglia. Dopo il covid le regole in ospedale sono rimaste rigide. Si entra per le visite una volta al giorno, alle due, per mezz'ora, in realtà se ti fermi di più non ti mandano via. L'ospedale è privato, convenzionato, e il personale è preparato e gentile, quasi tutti giovani, anche i medici. A mia figlia hanno tolto le tube, alcune cisti che si erano formate intorno alle ovaie, l'appendice e i legamenti fra utero e sacro. Nella preospedalizzazione hanno visto che nell'utero si era formato un polipo e durante l'intervento hanno rimosso anche quello. Hanno ripulito la vescica, gli ureteri, un pezzo dell'intestino attaccato dalla malattia e per fortuna non l'hanno dovuto tagliare. L'intervento è durato tre ore.

Si rimane male, come genitori, davanti a queste cose. Si sa che è un passaggio obbligato, programmato, ma quando ci si arriva la situazione che rientrava nella quotidianità si svela nella sua importanza. Diventa per qualche tempo immensa, sovrastante. Si ammutolisce. Si perdono tutte le parole. Per anni mi sono sentita in colpa per la sua malattia, ora questo sentimento è rimasto come un fastidio di fondo, perché so che non potevo farci niente. Ho fatto il meglio che potevo, avrei potuto fare di più, capire di più, capire prima, non affidarmi alla forza della gioventù ( la sua), ma non è successo. E' faticoso avere a che fare con le malattie. Una volta dissi a un amico che ha una persona malata in casa di stare attento, che le malattie fanno ammalare la famiglia. Che stupida, non mi rendevo conto che stava succedendo in casa mia. Praticamente mia figlia è malata dalla prima mestruazione, forse da prima. Non si conosce granché dell'endometriosi, che si presenta molto diversamente in ogni persona. Ci sono donne che hanno delle cisti che una volta tolte non tornano. Altre si aggravano e vivono con dolori costanti e molto forti. Mestruazioni troppo abbondanti, molto dolorose, si danno per scontate nelle bambine. Se qualcuno legge: non fatelo, non date niente per scontato, per normale. Forse non potrete farci niente, ma almeno saprete con una certa sicurezza di che si tratta. Questa malattia, come altre, è sottovalutata, è quasi sconosciuta alla maggioranza delle persone, considerata solo perché causa infertilità. Di tutto il dolore fisico che provoca non ne parla quasi nessuno. Sono stati mesi difficili e quando quel giorno l'ho sentita cantare mi si è allargato il cuore. Quando si torna a avere voglia di cantare vuol dire che l'anima ritrova il sorriso.