vivereconcentocose: il bambolotto

 Sono in pensione da giugno e non si può dire che mi sia annoiata, o che non abbia avuto niente da fare. Anzi! Le cose da fare sono tante e non gli sto dietro. Me ne invento di nuove ogni tre per due. In casa si sono accumulati oggetti di cui cerco di liberarmi, arrivati dalla casa dei miei e da quella della mia suocera. 

Cerco di liberarmene, ma, aggiungo, è difficilissimo, perché c'è sempre quella sensazione brutta di "rifare il becchino", seppellire di nuovo una persona buttando via cose che le appartenevano. Qualche giorno fa  ho buttato un bambolotto anni cinquanta che la mia suocera aveva tenuto tutta la vita sul letto matrimoniale. Quando la nonna era venuta a stare qua da noi mia figlia ci aveva dato alcuni oggetti, bambolotto, foto e altre cose, perché, nella confusione mentale in cui si trovava, potesse riconoscere qualcosa di familiare e si sentisse un po' più a suo agio. Ci aveva dato anche tanti vestiti e non dico che imbarazzo a dover scegliere cosa tenere e cosa dar via, poi alla fine anche di quello che avevo tenuto ha indossato solo una minima parte. Ma questo per fortuna adesso è passato. Il bambolotto di cui dicevo era inquietante, con un vestito stinto da neonato sulle gambe nude, un occhio che non si apriva più e gli elastici interni ormai andati che facevano pensare a un povero cristo a cui hanno rotto tutte le articolazioni o è malato grave. Da bambina l'avrei considerato normale ma ora lo trovavo spaventoso. L'ho messo in vendita in rete pensando che forse per Halloween qualcuno l'avrebbe comprato per completare un mascheramento horror, ma nessuno se l'è filato. Volevo buttarlo senza che mio marito lo vedesse, ma non ci sono riuscita. 

"Che fai, lo butti via?" 

"Eh...sì, non so dove metterlo, è grande e fa anche paura."

"Me l'aveva regalato la zia L. quando nacqui..." con un'espressione che non descrivo per non sembrare (troppo) polemica. Sembrava che stessi per ammazzare un qualcuno vivo con le mani, invece che buttare un vecchio oggetto inutile e, aggiungo, brutto. 

Prontamente ho detto: "Lo vuoi tenere in camera te?" "No no..." 

Stavo uccidendo la sua infanzia. Senza aggiungere altro l'ho cacciato in macchina. Non sia mai che ci si ripensasse, io o lui. Sentirsi in colpa è un attimo. Non so dire con che sollievo l'ho buttato nel bidone dell'indifferenziato. Una piccola liberazione. 

E questo è solo un esempio. Ci sono moltissime cose delle mie figlie che pur avendo ormai spazi propri a disposizione lasciano roba qui "tanto c'è posto" e non è vero. C'è stato un periodo dei braccialetti fatti con tubi di plastica da vendere su internet e ora c'è una busta di questo materiale che non si sa dove cacciarselo. C'è stato il periodo di fare le candele e quello di dipingere le magliette, quello dei campioni di profumi e quello degli acquerelli, quello delle bamboline di feltro e ognuno di questi periodi e di altri ha lasciato una quantità di materiale tenuto da parte perché non si sa mai... e io che vorrei vivere con cento cose finisco solo per non avere abbastanza vestiti per me perchè quando esco per comprare pantaloni di solito mi fermo prima e compro una pianta.