la sedia a dondolo, Elly Schlein, il capitalismo
Abbiamo in casa una sedia a dondolo. E' una graziosa Thonet autentica, lo testimonia il marchio impresso a fuoco sotto il telaio. Il caratteristico intreccio in paglia è ancora in ottime condizioni. La sedia è un oggetto armonioso e a suo modo perfetto, testimone dell'epoca Biedermaier, un brevissimo periodo di pace fra la prima e la seconda guerra mondiale. La sedia a dondolo ha una sua storia, di cui conosco una piccola parte. C'era in centro a Arezzo un restauratore che lavorava col suocero, ce n'erano tanti, per via della fiera antiquaria che si tiene la prima domenica e sabato del mese, ma questi erano gentili, educati e anche competenti, restaurarono per la mia mamma delle porte antichissime di una casa di campagna dove abitavamo, graziose ma piccole, tanto che per usarle toccò snaturarle un po', aggiungendo un pezzo in basso. Questo restauratore aveva sempre delle cose in vendita e un giorno aveva questa Thonet di cui mi innamorai all'istante. Aveva fatto un lavoro per una famiglia nobile del centro che però non aveva più il becco di un quattrino e la signora anziana che l'aveva incaricato rimandava il pagamento. L'artigiano chiese se poteva prendere la sedia a dondolo che era nella soffitta dell'antico palazzo e un altro paio di cose. La vecchia signora disse che prendesse quello che gli pareva. Non sapeva neanche cosa aveva in soffitta e era sempre meglio che tirar fuori del denaro. Così noi comprammo la sedia, che però è stata trattata sempre con troppo rispetto, l'abbiamo usata pochissimo, per timore di rovinarla. Delle Thonet così graziose non si trovano facilmente. Diversi anni fa stava qui, in quella che era la camera di mia figlia, dove tengo il computer, poi ho dovuto metterci una poltrona più grande arrivata da casa della mia mamma. Poi la poltrona è stata venduta, sono state vendute altre cose, e spostate e girate tutte le altre nel tentativo di fare un ordine decente per vivere meglio la casa e alla fine la Thonet che impicciava in soggiorno ieri l'ho riportata qui. Ha fatto un giro quasi completo delle stanze della casa per tornare al punto di partenza. Quando me ne sono resa conto mi è venuto da ridere e ho avuto la sensazione che il mio lavoro di riordine stia quasi per finire. Tutto questo in un periodo ancora non facile per la famiglia in cui il tentativo di mettere a posto non riguarda solo l'aspetto materiale.
Avevo tolto tutti i libri dalla libreria, l'avevo smontata e rimontata con l'aiuto di un giovane rumeno del paese che si presta a fare questi lavoretti. Chi ha smontato una libreria sa di che parlo, non so quanta polvere ho mangiato. Ho pulito e diviso i libri per argomento e anche per paesi del mondo: fantascienza, psicologia, saggistica, autori europei, americani, italiani e resto del mondo. Ho dato una forma accettabile a una parte del soggiorno che usavamo sempre poco e ora invece ci passiamo del tempo, tutto senza comprare nuovi mobili e spendendo pochissimo, usando anche parte di quel materiale, viti ecc, ma anche assi di legno ancora del mio negozio, di cui parlavo in un post recente. Ho buttato via più di un quintale di carta in varia forma, ho portato dei libri a un negozio dell'usato. Ora si sta meglio, ma devo dire che nel tempo mi sono accorta che le case mi piacciono di più mezze vuote. Ho buttato roba che le mie figlie, alla mia dipartita, si sarebbero trovate a dover esaminare e buttare loro: cartelle mediche dei miei suoceri (!!!!), denunce dei redditi di tanti anni fa, bollette. Ora sembra di essere più leggeri. Ieri sera ha vinto le primarie del partito democratico Elly Schlein e ho subito pensato a Sari, che mi aveva parlato di lei. Ciao Sari, spero che tutto proceda al meglio. Vada coma vada la scelta di Elly è un buon segnale. Si dice che abbiamo bisogno di una sinistra. Sicuro al cento per cento. Se non avessimo svenduto la nostra anima alla "cultura" di Berlusconi una sinistra ci sarebbe. Il danno che ha fatto non aver affrontato il conflitto di interessi è enorme e sottovalutato ma ormai è inutile parlarne. Il momento presente è tanto per cambiare difficilissimo, fra il dopo Covid e la guerra mondiale in corso. Il Papa in questo ha proprio ragione. Avevo una domanda in testa da anni: come mai le varie dottrine economiche sono scadute superate e morte e sepolte e l'unico che resta in piedi è il capitalismo? Sembra immortale. Leggendo Eckhart Tolle mi è sembrato di capire. Il capitalismo non muore perché è quello che riflette esattamente l'ego umano, il narcisismo. Nasce da lì, trova sempre nuove espressioni, rinasce dalle ceneri, digerisce sé stesso e si rigenera come una mostruosa ameba. Qualcuno ha detto che in città alcuni condomini affittano la stanza comune del condominio come "sala per le esequie". Ci ho riso mezz'ora. Un po' di anni fa non avrebbero avuto questo "coraggio". O mancanza di pudore. Somiglia un po' alla faccenda di Zelensky a Sanremo, che poi non c'è andato, valutando le reazioni della parte di popolazione italiana a cui ancora in questi casi viene la pelle d'oca. A me viene sapendo che c'è chi si è fatto i selfie davanti alla bara di Costanzo, con la Maria De Filippi. Che si è messa in posa. Forse neanche in questo caso estremo può deludere il suo pubblico.