Domenica 16 aprile sono stata a visitare il giardino di Luca Bacci e Fabrizio Sintoni a Carpinello, in provincia di Forlì. Sono andata con l'Antonella, che conosco da tanto tempo ma solo ora siamo diventate amiche e quello che ci lega è il giardino, e il vivere in campagna. C'era anche, e da Sansepolcro ci ha portato lui, un altro appassionato del gruppo facebook di giardinaggio, Francesco, che vive a Gubbio. 

Mentre scrivo piove. Che bello sentire il rumore della pioggia fuori della finestra! D'altra parte se non piovesse non sarei qui a scrivere, ma fuori a lavorare. Il giardino beve, e ce ne era bisogno.

Domenica 16 aprile era giorno di "giardino aperto" da Fabrizio e Luca. Che cosa bella poter visitare i giardini degli altri! Me lo posso permettere solo ora che sono in pensione, e a volte pago pegno, come capirete fra poco. 

Ho conosciuto Fabrizio Sintoni e Luca Bacci al "giardino aperto" di Simone Caratozzolo, lo scorso anno, e e erano i primi di giugno, se mi ricordo bene. Simone ha creato un gruppo di giardinaggio su facebook che si chiama "Giardini e piante a bassa gestione e irrigazione" pieno di cose, giardini e persone interessanti, poi c'è un altro gruppo legato a questo che si chiama "psichiatria e giardinaggio" per gli aspetti "psichiatrici" e divertenti. Perché la giardinite, ricordiamocelo, è una patologia! Una patologia che può guarire altre malattie, ma patologia rimane. Simone ha il giardino vicino a Apecchio, nelle Marche, in un ambiente naturale bellissimo, con un panorama da levare il fiato, ma difficile per la natura del terreno. Conoscevo diversi partecipanti al gruppo per le interazioni su facebook, ma non di persona. Entrando nel giardino, all'ombra di un albero, su una stuoia, c'erano due persone, uno mi pareva di riconoscerlo, e l'altro era un adulto disabile. Erano Fabrizio Sintoni e Sergio. Di Sergio non sapevo nulla. Le persone non scrivono nel gruppo di giardinaggio: ho un figlio disabile di trent'otto anni che vive con me. Non lo scrivono soprattutto quando per loro è un pezzo della vita normale. Quando Fabrizio era ragazzo e faceva il servizio civile conobbe in un istituto un bambino disabile, Sergio, e in seguito lo prese in affido. Questo trent'anni fa. Vent'anni fa Fabrizio conobbe Luca, il suo compagno. Fabrizio e Luca sono la famiglia di Sergio, e sono anche, fra tante cose meravigliose viste quella domenica da Simone, la cosa più bella. 

C'è tutta questa polemica sulla famiglia di fatto, le famiglie arcobaleno, quelle monogenitoriali. Io farei vedere a parecchia gente la realtà di questa famiglia fatta da tre maschi, di cui due si occupano attivamente di questo adulto disabile e se lo portano in giro come un figlio a casa degli amici. Farei vedere l'affetto e i gesti d'amore. Sergio è ancora in affido, perché due omosessuali non possono adottare. O un omosessuale che ha un compagno, ma non è sposato e anche se lo fosse...o in ogni modo un maschio celibe. Non conosco come funziona la legge: certo, se succedesse qualcosa alla famiglia, Sergio non ha grandi tutele, come invece un figlio adottato. Tornerebbe a sparire, un caso fra centinaia nel grande vortice degli istituti dove le persone spesso sono numeri e problemi. Per il resto, detto brutalmente, chi vuoi che se lo voglia riprendere indietro un adulto in buona salute che però non parla, cammina con difficoltà e deve essere assistito ancora come un bambino? Come sarebbe bello se invece di tante regole idiote ci fosse più elasticità che rendesse possibili molte altre storie come questa, in cui un umano con un serio handicap trova gente che lo ama? Quanta falsità e ipocrisia dietro certe posizioni politiche.

Domenica scorsa Fabrizio e Luca hanno aperto il loro spazio privato, labirintico, fitto di piante interessanti e di esemplari di succulente, disseminato di mastelli in plastica pieni di acquatiche. Sergio era stato affidato a un amico Sergiositter e stava seduto in una zona appena più tranquilla, mentre loro due sfrecciavano da una parte all'altra accogliendo gente e dando spiegazioni. Luca e Fabrizio seminano peonie arbustive. Chi ci ha provato sa come è lungo il processo per ottenere nuove piante da semina e farle arrivare a fioritura, nel caso delle peonie. Infatti normalmente si trovano in vendita piante ottenute dall'innesto di porzione verde di arbustiva su porzione di radice di erbacea, quelle prodotte in gran quantità dai cinesi. Luca e Fabrizio vendono piante ottenute da seme ibride di peonia Rockii e chi le compra le chiama peonie "Baccintoni". Ormai è un marchio.

E io? In tutto questo ero frastornata, ero partita da casa con mia figlia che aveva i dolori dei calcoli alla cistifellea e  nel pomeriggio era andata al prontosoccorso con Lorenzo.  Ci ha passato l'intera giornata, poi quando sono arrivata ho sostituito Lorenzo in sala d'attesa e l'ho riportata a casa dopo ancora più di un'ora. La visita al giardino l'ho vissuta con un occhio ai messaggi del cellulare e non ho fatto neanche una foto. Però ho rivisto la Silvana e la Donatella, conosciute anno scorso da Simone, giardiniere malate come me e persone così accoglienti e calde che sembra di conoscerle da sempre. Ho conosciuto di persona Alberto e infine ho rivisto la Loretta, cara amica di blog (Un roseto in via Cerreto) che mi ha portato una pianta di rosa Astronomia. Giornate così, con un piede di qua e uno di là, con la testa divisa a metà. Però belle lo stesso.