Demetra e Persefone

 Mia figlia abita qui in paese, in una casa che abbiamo potuto comprare per lei dopo la morte della nonna. E' un appartamento al secondo e ultimo piano in un vecchio edificio e a piano terra ha uno spazio esterno che purtroppo è quasi tutto pavimentato. Sulla sinistra ha un muro di mattoni alto quasi due metri, irregolare e brutto e dall'altra ha gli altri piccoli giardini dei vicini. In inverno ho rivestito il muro con del legno creando una finta staccionata per mascherare i mattoni e a primavera ho messo dei vasi abbastanza grandi con dei rampicanti: clematis armandii, rincospermo, lonicera, gelomino e per ultima una bella ipomea blu. Nel piccolo spazio di terra cresceva un  alloro che hanno tagliato e che sarà un casino rimuovere, ma intanto ho chiesto il permesso a mia figlia e ci ho piantato un alberino di arancio amaro che mi era cresciuto da seme. Ho chiesto il permesso per ognuna di queste operazioni, perché lo spazio esterno e la casa sono suoi. Qualche giorno fa è venuta un'amica a trovarmi e di nuovo ho chiesto il permesso a mia figlia per farle vedere il giardinino. Si accede da una porta di legno inserita in un arco in muratura e l'ultimo lato dello spazio è un affaccio sulla val di Chiana, che nei giorni limpidi si vede fino al Cetona e all'Amiata. In fila si vedono i paesi: Monte San Savino, che è a 4 km, poi Lucignano, Marciano più a sinistra e dall'altro lato della valle Castiglion Fiorentino e Cortona, sicché con tutto questo panorama bellissimo non sembra di essere in un luogo ristretto.  La mia amica ha osservato che le piante non mancavano, e mia figlia ha detto che c'era Demetra, cioè io, a pensarci. 

Il mito greco sembra una serie di raccontini, invece è la raccolta delle varie esperienze che possono capitare nella vita umana. Si può dire che i racconti del mito sono "I ching" dell'Occidente? Forse. Chi poteva dire quando questa figlia nacque che sarei stata per lei Demetra? 

Demetra era la dea greca della terra coltivata e delle messi, figlia di Crono e Rea. Persefone è sua figlia, l'altro nome di Persefone è Kore, e le Korè sono le fanciulle, in generale. Persefone era fanciulla, appunto, quando un giorno, insieme alle sue compagne, figlie di Oceano, raccoglieva fiori sulla piana di Nysa. ( Nysa era una città greco- romana i cui resti si trovano in Turchia). Dal prato spuntò un narciso (sempre lui!) di tale bellezza che lei si sporse a prenderlo.  

"Persefone, immersa in un sacro stupore (θαμβήσας), protese le mani per raccogliere il meraviglioso fiore."

Ma alla base della piantina si aprì una voragine e emerse Ade, il dio dei morti, che la rapì, ancora fanciulla, contro la sua volontà, per farla sua sposa. Si era innamorato.  Persefone nell'Ade piangeva, inconsolabile, voleva tornare alla luce, al sole, da sua madre. Demetra era talmente addolorata che si infuriò e fece morire la terra, la rese fredda e sterile, e non ci furono più raccolti, finché intervenne Zeus e Persefone poté tornare da sua madre. Ma nel regno dei morti Ade aveva insistito perché mangiasse qualcosa, anche se non aveva fame, e lei di malavoglia aveva assaggiato sei chicchi di melagrana. Ade sapeva che se avesse mangiato qualunque cibo sarebbe rimasta legata al suo regno per sempre. E siccome aveva mangiato sei chicchi, ogni anno Persefone torna da sua madre per sei mesi, a inizio primavera, e la terra rinasce e produce frutti, e poi per sei mesi torna nell'oltretomba, dal suo sposo, a cui pure è affezionata. 

E' un racconto simbolico, ricco di significati, e facilmente ci si vede l'alternarsi delle stagioni. Qualcuno dice che i mesi di ritorno nell'aldilà in realtà sono 4, e sono quelli estivi, perché in Grecia l'estate è la morte della terra, caldissima, secca e improduttiva. 

E' una storia di donne, madre e figlia. La figlia che si perde attirata da un'immagine bella, ma che nasconde un pericolo. Non va nell'Ade, la madre, perché Demetra è una dea della vita, e nell'Ade non può scendere, ma può bussare alla porta di quei posti oscuri e chiedere a gran voce a sua figlia di tornare indietro e a chi la trattiene di lasciarla andare. Certe volte una figlia l'Ade ce l'ha dentro di sé, per tanti motivi, per esempio per una malattia, del fisico o dell'anima o di tutti e due. Demetra, finché è viva, finché è necessario, va a cercare la figlia dove si è cacciata, in quel posto buio da cui rischia di non tornare, e la richiama indietro, alla vita. Mi ha commosso mia figlia l'altro giorno, quando mi ha identificato con Demetra, la dea contadina, a volte rozza.