Lunedì 28 agosto, cioè domani, saremo di nuovo in ospedale, a un anno preciso dall'operazione di mia figlia all'ospedale di Negrar. Qualche giorno fa io sono stata operata alla cataratta, all'occhio sinistro e ora tocca di nuovo a lei che deve togliere la colecisti. Dopo di che spero che per un po' si stia in pace. Dall'anno scorso continuava a non stare bene, non digeriva bene, non mangiava volentieri, aveva spesso la febbre. L'operazione dello scorso anno, nel corso della quale fra le altre cose le hanno raschiato un pezzetto di intestino attaccato dall'endometriosi, le ha lasciato la stitichezza. Il medico aveva rinforzato la parete intestinale con dei punti dove era stata assottigliata e questo ha provocato un restringimento, che in linguaggio medico si chiama stenosi. Così è arrivata la stitichezza che era una delle poche cose che non aveva mai sperimentato. A inizio anno ha avuto un paio di coliche molto forti, ma brevi. Non capiva cos'erano. Ci chiamava perché di corsa la portassimo all'ospedale e arrivati a casa sua ci rimandava indietro perchè era passata. La lasciavano stremata. Una visita dal gastroenterologo ha individuato i calcoli e ora, dopo mezzo anno, dopo altre coliche e dopo la dieta, siamo arrivati anche a questa operazione. La mia mamma, che di operazioni non ne aveva fatte, rideva di quelli che andavano spesso sotto i ferri come se fosse colpa loro o ci fosse una volontà inconscia di attirare l'attenzione. Chissà che direbbe di questa nipote. Ieri e oggi li ha passati al mare e al lago di Bolsena. Ormai la prende sportivamente e mi pare cambiato il suo sguardo, più consapevole, più allegro. 

Domattina alle sette saremo al San Donato e quasi sicuramente pioverà, e anche se la pioggia romperà le scatole sarò molto contenta di tutte e due le cose, che piove e che affrontiamo questo intervento necessario. Incrociamo le dita.