tutta casa e famiglia

Nelle settimane passate ne sono successe di tutte. E' venuta mia figlia dal Galles. Era venuta a Natale e aveva detto che sarebbe tornata il Natale successivo, perché l'estate di qui la disturba, con tutto quel caldo. Disturba molto anche noi, ma viviamo qui, e sottrarsi è impossibile. Non abbiamo fatto vacanze perché eravamo in attesa che ci chiamassero per i due interventi e ce lo siamo vissuto tutto, il caldo. Poi è stata operata l'altra figlia, anch'io ho fatto il piccolo intervento agli occhi e penso le sia venuta l'idea di capitare prima che passasse un anno intero. Viene, ma non è in vacanza, lavora da qui, le metto a disposizione una stanza e sciorina la sua roba sui ripiani e per terra e se si entra la situazione dice con tutta evidenza: vado via presto, prestissimo! Non usa cassetti e neanche l'armadio, tutto resta nella valigia o sparso in giro. Nel bagno ci sono due lavandini. L'abbiamo trovato fatto così all'acquisto della casa e non vediamo motivo per cambiarlo, principalmente perché ci vorrebbero un sacco di soldi, anche se di lavandini ne usiamo uno solo. Mi piacerebbe sistemarlo diversamente, ma vista la situazione è l'ultimo dei miei pensieri. Nel lavandino che non usiamo lei, quando viene, mette tutte le sue cose per l'igiene e la cura del corpo, tante cose, incomprensibile per me che uso tre cose in croce e finita lì. Anni fa aveva anche un blog sui prodotti di bellezza, piuttosto seguito. Babbo e figliola si guardano bene dal finire le confezioni avviate, ma aprono tutte quelle intatte di bagnoschiuma, shampoo, dopobagno, crema da corpo o da viso, che non compro io. Un manicomio per me che poi devo tenere pulito. Comunque è stata otto giorni poi è ripartita senza grandi manifestazioni di affetto di cui ormai è accertato che non è capace. Al terzo giorno già non ci sopporta più. L'affetto è manifestato, secondo lei, dal fatto che viene, che si interessa a distanza delle condizioni di salute, che dispensa consigli che somigliano molto a ordini e si innervosisce parecchio se non li seguiamo. Il Natale scorso mi disse, quando le parlavo di certe questioni economiche famigliari, di considerare che lei è distante e non può prendersi cura di noi se stiamo male. Magari presto ci sarebbero serviti i soldi per un montascale...al che feci dei segnacci piuttosto espliciti. Dopo mi ci venne da ridere, impossibile non cogliere la comicità della faccenda. E' comica, ma fa anche male, un dolore sordo di cui sono consapevole e che accetto perché non so che farci.

Il giorno prima che partisse si è intasato di nuovo il tubo delle acque nere. Per fortuna non è successo durante la sua permanenza qui. Me ne sono accorta perché nel ripostiglio a piano terra si è formata una chiazza di acqua. Bisogna sapere che da parecchi anni mi occupo di rifiuti e escrementi. Come tutti, ma io un po' di più. Chi passa di qui ricorderà la storia della mia suocera. Un paio di notti prima avevo sognato che andavo in città con la Milly e c'erano mucchi di cacca fresca di cane ovunque e gente che ci metteva le mani e cercava di sporcare i passanti. Non so se era un sogno profetico, forse lo era. Ho superato un troppo pieno e ho il rifiuto dei rifiuti, per dirla in modo scherzoso. In ogni modo penso che a chiunque sarebbe venuto un misto fra nervoso e panico a vedere l'acqua per terra, toglierla e vedere che se ne formava ancora e immaginare le conseguenze. Per 23 anni non avevamo avuto problemi di scarichi, ma poi solo pochi mesi fa avevamo avuto la ditta dello spurgo dei pozzi neri che evidentemente non aveva fatto un lavoro accurato. Certe cose non è bene raccontarle nel dettaglio, ma posso dire che abbiamo avuto gli idraulici cinque giorni, che sono passati prima da fuori, dalla fossa biologica, poi dal bagno, togliendo la tazza, poi da un pozzetto esterno che non sapevamo a che servisse e con l'occasione l'abbiamo capito, poi da un buco nel tubo fatto spaccando il pavimento del ripostiglio di cui ho la foto ma la risparmio ai lettori, già molto provati. Sono intervenuti con diversi mezzi, un aggeggio con una catena che frulla dentro il tubo e sminuzza, una specie di idropulitrice, e alla fine anche la chimica. L'ho raccontato a qualcuno e mi hanno detto: "bastava che usassero quello, oppure quell'altro..." Be', hanno usato di tutto e se la cosa non fosse stata grave non mi sarei preoccupata, no? 

Prima di sotto poi di sopra, poi di nuovo di sotto e di sopra. Dico solo che una volta aperto c'era un salame di roba dentro, non troppo schifosa perché mineralizzata. L'acqua di qui è talmente carica di sali che forma, praticamente sempre, depositi duri come il sasso. Mia figlia, che era ancora qui, ha detto che dobbiamo assolutamente mettere un addolcitore, mio marito ha risposto che non abbiamo posto per l'addolcitore, né per tutto il sale che consuma e neanche soldi per comprarlo e hanno discusso. Lei evita di portare avanti discussioni, ma si vede bene che non vede l'ora di tornare a casa sua. Ora ne siamo fuori, ma resta un cumulo di macerie in giardino, un altro oltre quello a ingresso capanna, che devo togliere. Resta anche la sensazione che la casa non sia poi quel rifugio tranquillo che si crede normalmente. In quei giorni, finché non c'era la tazza del water, ho realizzato un gabinetto a secco molto spartano, che continuo saltuariamente a usare. Io, perchè mio marito si schifa. E non c'è niente da schifarsi, niente di più rispetto alla situazione attraversata. Penso che in campagna dovrebbe essere realizzato ovunque per non usare l'acqua potabile a questo scopo. Vedrete quanti lo faranno nei prossimi anni. In casa nonostante le pulizie il pavimento risputa il bianco del cemento usato per chiudere il buco e anche, probabilmente, altra roba meno pulita. Giro per la casa come un cane da caccia, sensibile a tutti i puzzi che per fortuna sento molto bene, per eliminarli. Dovrò di nuovo rimettere mano al ripostiglio e buttare altra roba, perché anche se si chiama ripostiglio ormai è chiaro che è meglio ci sia meno roba possibile. Quello che ci avevo messo dentro ho dovuto tirarlo fuori e ora rifare l'operazione mi sembra avventato, nel caso ci fosse un'altra emergenza.Tutto questo tocca di nuovo a me, finita l'emergenza tocca sempre a me, ed è tanto lavoro  e mi sento anche cretina per aver permesso finora che succedesse di dovermi caricare di tutto questo. Devo rimediare.

L'altra figlia a emergenza finita ha detto che portava qui Jesse, il gatto di Lorenzo. Avevano provato a tenerlo in casa ma era troppo complicato, senza uno spazio esterno immediatamente accessibile. Qui abbiamo tre gatte di casa, più due maschi che portò lei tempo fa, e sono cinque. Tutti sterilizzati. A un certo punto arrivò Millo, e feci sterilizzare anche lui, e sono sei. Poi arrivò il Grigio, che è anziano e non entra in casa, ma sta sulla porta. E sette. Da primavera sono arrivati due gatti rossi, indesiderati, ma impossibili da allontanare, vengono a mangiare e sono anche prepotenti. Uno è affettuoso con me e Mauro lo chiama Brenno. L'altro è anche stronzo e lo chiamo Attila. Nove. Jesse sarebbe il gatto numero dieci. Un animale buono, pulito, dignitoso, sterilizzato, adulto, ma senza confidenza con i cani, perché c'è anche la Milly. E' stato un po' in casa, ha mangiato, la Milly gli dava la caccia per gioco, ma non si capisce, se si è un gatto e lui si è spaventato. E' uscito, è tornato a mangiare un paio di volte, ma assediato dai prepotenti si scoraggiava, è stato due notti sotto la capanna  poi è sparito. Noi mortificati e addolorati.  Io anche molto stanca e sopraffatta.

Sipario. 

post scriptum: ieri sera Lorenzo è venuto a cercare Jesse e l'ha trovato, nei campi sottocasa, che sono abbandonati, quelli che non sono nostri, e c'è erba secca molto alta, dove non è acciaccata dal passaggio dei numerosissimi selvatici. Ma Jesse è molto arrabbiato e gli è scappato di nuovo. Lo capisco, povera bestia. Vedremo gli sviluppi.