Sono tornata a scuola dai bambini per allargare l'orto. La vangatura di un pezzo nuovo l'ho fatta una domenica pomeriggio quando a scuola non c'è nessuno, da sola, ma deve essere successo qualcosa alla mia anca sinistra che ora mi fa male. Uso la vanga a sinistra, non so perché. Quando l'ho prestata me l'hanno restituita col pedale girato. Deve essere tipo essere mancini, pare che fossi mancina da piccola, ma la mamma mi corresse perché pensava fosse meglio che usassi la destra.

Comincio a avere diversi acciacchi tipici dell'età. Sarebbe bello avere qualche anno buono dopo la pensione, ma la pensione ce la danno da anziani, dunque...La tiroide, fatto un controllo, è fuori uso, quindi devo prendere la tiroxina. Sono ingrassata parecchio e questo alle anche non fa bene, ovviamente ho anche colesterolo e trigliceridi alti e fare una dieta vera mi preoccupa. Mi si sono piazzati addosso diversi dolori anche alle spalle oltre che alle anche e alle ginocchia. Però non mi arrendo e ho ricominciato a lavorare in giardino e a scuola e questo se non altro fa molto bene all'umore e fa circolare il sangue. Mi sveglio la mattina sgomenta, non trovo altra parola, forse un calo di certi ormoni, forse la situazione generale che non può restare senza effetti. Mi alzo, comincio la mia routine e mi passa. Per ora ripulisco il giardino, quando avrò finito passerò all'oliveto, cercando di non scoraggiarmi. Il giardino è pieno di piantine nate da sole da seme e di bulbi che spuntano, è una cosa bella trovare tanta vita nuova  e entusiasta. 

Gli ellebori cominciano a fiorire un po' in ritardo, ne ho alcuni davvero belli ordinati al vivaio Zanelli durante la pandemia. E' tutto uno spuntare di gemme e un gonfiarsi di germogli, così ho anche cominciato a concimare, perché trovino cibo appena gli serve, sempre che piova. Le bulbose hanno un ciclo breve e bisogna concimarle quando iniziano a vegetare. A scuola abbiamo seminato le fave, sperando che la stagione sia favorevole e riescano a produrre un po' di frutti da assaggiare. I bambini si appassionano molto, non tutti, ma diversi di loro. Imparo i loro nomi: Siù, Fedua, Mohamed, Aziz, Rean. C'è il mondo in questa scuola. Ma ci sono anche Viola, Ginevra e Christian...  sono quattro classi, ci sono anche tanti bambini con genitori italiani da generazioni. Manca la seconda per mancanza di bambini lo scorso anno. Hanno delle piccole pale che servono a poco e gli si rompono in mano, sono praticamente giocattoli, e mi chiedono di usare la vanga pesante che ho portato da casa, maschi e femmine. Un paio di maschi riescono a fare delle buche notevoli. Tutti si affannano a rivoltare la terra al bordo dell'ortino e chiacchierano dei nonni e dell'orto di casa, anche se la casa è in Marocco. Servirà a qualcosa? Intanto trafficano insieme con la terra, tutti piuttosto in accordo. Sembrasse poco. A me comunque serve.