La dottoressa Francesca Albanese: riflessioni.

 La dottoressa Francesca Albanese è relatrice speciale delle nazioni unite per la Palestina. Esperta indipendente che lavora senza essere pagata è in carica dal 2022 per tre anni e recentemente è stata riconfermata. Se cercate in rete trovate le informazioni minime. E' la seconda persona italiana e la prima donna a svolgere questo ruolo e l'ha preso seriamente. Non so come l'abbiano svolto gli altri, di solito sembrano figure marginali, pochissimo visibili. Qualcuno conosce l'attività di quelli che l'hanno preceduta? Io, mai sentiti nominare. Queste persone, di solito maschi, denunciano crimini in modo blando senza essere ascoltate, rivestendo l'immagine della buona coscienza collettiva, che ci deve essere per continuare a pensare di essere umani, ma poi si silenzia e si continua per dritto a fare i propri affari. Perché di affari si tratta. La dottoressa Albanese, in contrasto con quelli che l'hanno preceduta, ha raccolto dati, messo in rilievo connessioni e denunciato rapporti economici, cioè vendite di armi o componenti delle stesse e altre più raffinate forme di collaborazione che altrimenti pochi avrebbero visto, che servono a sostenere e perpetuare tuttora, nonostante la falsa pace di Trump, il genocidio della popolazione civile palestinese. E' la prima volta che qualcuno nella sua posizione lo fa ed è una donna a farlo. Invece di recarsi in Palestina ogni tanto, che poi ultimamente è proibito entrare e uscire da certe parti, farsi fotografare mentre si accarezza qualche testina di bambino cencioso, fare un piantino generico e restare distante e distaccata e soprattutto solidale col governo della sua nazione di nascita, lei sta facendo nomi e cognomi e denunce corredate di dati, con cui si dimostra che anche lo stato italiano è complice, e questo a tanti italiani, me compresa, non piace per niente. Non ci piace sapere che in nostro nome e con soldi anche nostri si finanzi una strage di civili e l'annientamento di un popolo andando a seguito di Trump e dei sionisti americani e internazionali come pecore. Per questo la dottoressa Albanese viene attaccata in modo assai pesante e con tante modalità diverse, cercando in ogni modo di delegittimare lei e soprattutto il suo lavoro. Negli ultimi mesi l'hanno messa in contrapposizione con la signora Segre, l'hanno accusata di essere pagata dai terroristi, di avere rapporti con Hamas, le hanno fatto una radiografia ogni volta che si presentava in un dibattito pubblico, esaminando il suo modo di: 1)tenere i capelli 2) muovere le mani 3) vestirsi 4) girare gli occhi ecc. Parlare poi ...ogni parola viene accuratamente pesata. Lei lo sa e infatti parla con grande attenzione, l'ho seguita spesso. Parla con attenzione ma le cose le dice tutte, per esempio dice che nel diritto internazionale, di cui è esperta, è previsto che se un popolo è attaccato come ora quello palestinese esso organizzi legittimamente una resistenza, e che Hamas, per quanto deprecabile, possa essere considerato una forma di resistenza legittima. Questa è una cosa che disturba tantissimo una parte dell'opinione pubblica, perché a tante persone le vittime piacciono se restano vittime, preferibilmente morte. Quelle si possono piangere, moderatamente. O un pochino dispiacersi, come quando si investe un gatto che attraversa improvvisamente la strada. Un po' meno. Se accennano a ribellarsi è come se agli occhi di questa parte dell'opinione pubblica perdessero uno status. Vuoi lo status di vittima? Fatti ammazzare, o sopravvivi senza reagire alla distruzione della tua casa vita e famiglia. Se reagisci con forza diventi terrorista, attento! Mi viene da pensare ai nostri resistenti durante la seconda guerra mondiale. Ancora si discute in certi ambienti se fossero legittimati a combattere e si butta fango, o altro materiale più puzzolente, anche sulle loro figure. Ma quante famiglie italiane sanno cosa voleva dire difendersi da un nemico invasore? Moltissime, e lo sanno dai racconti di nonni e bisnonni, in linea diretta. A questo proposito la nostra presidente del Consiglio ha iniziato l'opera di delegittimazione degli uomini e donne che scrissero il Manifesto di Ventotene, per saperlo.

Francesca Albanese mi ricorda un po' il dottor De Paolis, che ha scritto "Caccia ai nazisti". Lui non era andato a cercarsi l'incarico, anzi ci era capitato per caso, ma il caso si sa che non esiste. Voleva fare il triburitarista e per quello doveva ancora sostenere degli esami, ma doveva anche lavorare per mantenersi. Un suo amico gli disse di proporsi al tribunale di La Spezia, "c'è davvero pochissimo lavoro lì, ti può capitare raramente un disertore, puoi studiare senza esser disturbato". Ma al tribunale militare di La Spezia lo aspettavano, dormienti, tanti e tanti faldoni che nessuno, per vari motivi, aveva mai aperto. Tutti quelli usciti nel 1994 dall'armadio della vergogna di un ministero, che riguardavano stragi commesse dai nazisti e fascisti in territorio italiano e fuori d'Italia durante la seconda guerra mondiale. Il dottor De Paolis aprì i primi e invece di studiare diritto tributario iniziò a studiare quelle carte. Dice chiaramente di aver capito, in seguito, che doveva arrivare lì e fare quello, che ci era stato quasi portato per mano da tanti eventi apparentemente casuali.  Un uomo fortunato, a chi capita di vedere in vita un disegno più grande che ci coinvolge? Un significato della propria esistenza?

Non so, forse Francesca Albanese invece questo incarico se l'è andato a cercare, forse era già in precedenza innamorata di questo popolo resistente. Da qualche parte ho letto che lei e il marito sono della razza dei cooperanti, tenaci, inamovibili dai loro fondamenti. Non so e mi interessa poco. Del marito dicono che è un banchiere palestinese. Invece è italiano e ha lavorato per una banca palestinese. Sì, esistono banche palestinesi, e lui era bancario, come tanti in italia. Non è lecito? C'è qualcosa di illegale?

Mi preoccupa vedere sui media commenti su di lei tipo "la adoro" "Meravigliosa" e simili. Farla diventare un'icona pop serve solo a sminuire il suo lavoro.

La sera che in tv uno dei soliti propagandisti pagati nominò la Segre in sua presenza lei si alzò e se ne andò. Quella sera non avevo visto la trasmissione sulla 7, non le vedo tutte, anche per salvaguardare un po' di pace interiore. Ognuna di queste trasmissioni più che informare alimenta il conflitto sociale e la confusione, soprattutto quelle delle reti di regime, cioè tutta mediaset e tutte le reti rai, dove si fomenta odio. Subito mi scrisse un'amica, molto preoccupata, dicendo che si era indignata, che allora la Albanese era una fascista nei modi come gli altri. Senza sapere tutto la invitai a considerare l'enorme peso meditico che questa donna si è sobbarcata. Forse per una volta le era scappata la pazienza? A me sarebbe scappata da un pezzo. Un'altra cara amica mi ha detto "L'Albanese? Che brutta persona! Una faziosa." Faziosa? Come si fa a definire faziosa una che difende un popolo vittima di strage dalle vessazioni di un altro popolo che ha costruito la propria identità sull'olocausto e lo ripete prendendo esempio? Oppure bisogna solo compatire ignorando le connessioni economiche? Lasciar fare, si piange e l'Italia intanto guadagna..poi bisogna vedere perché credo che certi contributi nostri siano regali, più che altro. Doni necessari a restare nell'orbita degli USA che ci proteggono...ma ora negli USA c'è un matto...Quando ero bambina i giornali che riportavano certe notizie economiche, cioè facevano giornalismo vero di inchiesta, erano pochi, uno era l'Espresso, e i miei lo leggevano. In generale le persone si accontentavano, come ora, delle notizie della tv, piatte, semplificate, fatte apposte per sollevare indignazione, odio, empatia a comando. Anche ora vedere oltre la facciata è complicato, Francesca Albanese fa questo lavoro per tutti. Dice che Israele non è una democrazia, che non basta chiamarsi così per esserlo e lo dimostra. Dimostra che siamo complici di genocidio, almeno sappiamolo. Alcuni sono felici di esserlo, odiano gli arabi a priori. Odiano, a priori, un po' tutti gli stranieri. In questi giorni avevano filmato dei giovani palestinesi arrivati qui con dei progetti per studiare, che ballavano in piazza a Torino, felici, evidentemente felici di non essere più sotto le bombe. I commenti erano agghiaccianti.  Una ha scritto "danza greca" come se avessero rubato il patrimonio culturale di altri. I commenti di odio e sull'arabizzazione si sprecavano.

Gli ultimi critici di Francesca Albanese sono un ambasciatore italiano, Maurizio Massari, rappresentante permanente dell'Italia presso l'Onu, che accusa la dottoressa Albanese di aver redatto rapporti privi di credibilità e di aver superato i limiti del suo mandato. Per la seconda ho l'impressione che lei dovesse stare buonina al suo posto e limitarsi a fare la bella statuina, soprattutto in quanto donna. Per la prima accusa non resta all'ambasciatore che prendere i documenti e ribattere punto per punto. Siamo in un momento di immensi cambiamenti, veli che cadono, re che resta nudo, punti di svolta: forse è arrivato il giorno di dire che il progresso dell'umanità, la sua necessaria evoluzione non può passare dalle armi e dalla distruzione? Che il PIL dell'Italia dovrebbe contare su altre cose che non siano mezzi di morte? Con buona pace di Trump e della destra americana e mondiale.  Poi c'è stato l'ambasciatore israeliano, non vado neanche a cercare il nome, un fanatico fra tanti, che ha accusato la Albanese di essere una strega  per aver scritto nel suo rapporto, fra l'altro, questo:

 «Il genocidio in corso a Gaza è un crimine collettivo, sostenuto dalla complicità di influenti Stati terzi che hanno permesso violazioni sistematiche del diritto internazionale da parte di Israele. Incorniciata da narrazioni coloniali che disumanizzano i palestinesi, questa atrocità trasmessa in diretta streaming è stata facilitata dal sostegno diretto, dagli aiuti materiali, dalla protezione diplomatica e in alcuni casi dalla partecipazione attiva degli Stati terzi. Ha messo in luce un divario senza precedenti tra i popoli e i loro governi, tradendo la fiducia su cui poggiano la pace e la sicurezza globali. Il mondo si trova ora sul filo del rasoio tra il crollo dello stato di diritto internazionale e la speranza di un rinnovamento»

Scrive anche Albanese a pagina 12: 

«Sebbene le risoluzioni delle Nazioni Unite abbiano richiesto l’embargo sulle armi contro Israele sin dal 1976, molti Paesi hanno continuato a fornirgli supporto militare e trasferimento di armi. Israele dipende in modo sproporzionato dalle importazioni di armi, con una quota del loro commercio totale più del doppio della media dei Paesi Ocse e oltre quattro volte superiore a quella degli Stati Uniti. Questa fornitura internazionale è continuata, nonostante l’aumento delle prove di genocidio, con Stati Uniti, Germania e Italia tra i maggiori fornitori»

Se si ricorre all'evocazione della magia nera per sconfessare una piccola donna italiana e si chiede l'aiuto dell'ambasciatore Massari il quale prontamente obbedisce, cosa che fa vergogna, ho l'impressione che non si abbiano argomenti reali per controbattere le sue tesi, ampiamente dimostrate.