"Memento mori" , di Muriel Spark

Dall'inizio del 2024 faccio parte di un gruppo di lettura del nostro comune di cui ho parlato altre volte, il gruppo si intitola a Muriel Spark, una scrittrice scozzese che è vissuta per molti anni a Oliveto, un piccolo borgo qui vicino e da un po' c'era l'idea di celebrarla in qualche modo finchè hanno organizzato con il nostro Comune una mostra dedicata a lei e alla sua amica Penelope Jardine, che tuttora dipinge e scolpisce, che verrà inaugurata il 14 dicembre prossimo. Intanto, per sapere di che si parla, abbiamo letto dei libri suoi e i giovani del gruppo hanno organizzato un "silent reading": leggere in silenzio, insieme, ognuno un libro suo, di Muriel, nelle stanze della biblioteca di Badia al Pino, con scambio di opinioni e merenda finale. La lettura silenziosa è un altro modo di stare insieme, l'idea di farla è venuta a Gaia, che è aggiornata sulle novità che riguardano i libri; è una cosa di moda, ma una moda bella che riporta alla capacità di tacere e staccare dai vari devices. Purtroppo non ho potuto partecipare se non con una crostata, perchè a casa avevo da fare e non potevo lasciare indietro. Sarà per la prossima volta che dovrebbe essere domenica pomeriggio prossima. Premesso tutto questo avevo già letto per quest'occasione "Memento mori", di questa autrice e l'ho molto apprezzato, come successe con "Gli anni fulgenti di miss Brodie". Anche questo libro è ricco di ironia e comicità, un filo di queste due cose tessuto nella trama del racconto che non viene via. E' la storia di un gruppo di vecchi che cominciano a ricevere telefonate in cui chi telefona si accerta di parlare con l'interessato o se risponde un'altra persona se lo fa passare. 

"E' dame Lettie Colston? Si ricordi che deve morire." e chiude la comunicazione. Per quanto chi le riceve abbia i nervi saldi queste telefonate ovviamente disturbano molto. Ci si rivolge alla polizia, che però brancola nel buio. Intanto la voce narrante ci racconta la vita quotidiana e i legami fra i vari personaggi, i due coniugi, il tipo che è stato l'amante di quell'altra, la cameriera personale, la donna di servizio, il figlio, l'altra cameriera, le malattie, i dolori, le piccole e grandi manie di ognuno...si dice che le cose non ti interessino finchè non le hai vissute, non le conosci almeno un po' e forse questo libro particolare a una persona giovane può non interessare o sembrare caricaturale in certe descrizioni. Io invece ci ho ritrovato tante cose vissute solo in parte con i miei genitori, molto di più coi miei suoceri, cose normali della terza e quarta età, cose che inizio a vedere in me e in altre persone vicine, cose, alcune, drammatiche e disperanti che però descritte come fa lei, senza pietà, con grande realismo, ma con quel suo umorismo intelligente e impietoso, riescono meno sgradevoli. E' umanità anche questa, alla fine. 

Dame Lettie Colston, un'importante anziana signora che ha ricevuto un'onorificenza per il suo lavoro di riforma delle carceri, è la prima a ricevere le telefonate e va a parlarne col fratello, il proprietario di una fabbrica di birra ormai in pensione. Sua moglie Charmian, che è stata una scrittrice di successo, ha da poco avuto un "colpo apoplettico", cioè un ictus e è piuttosto rimbambita: chiama tutte le persone di sesso femminile Taylor, col cognome della sua cameriera personale che, dopo essere andata in pensione pure lei, a causa delle sue condizioni di salute si è fatta ricoverare in una casa di cura pubblica. Charmian poi chiama tutti i maschi Eric, che è il suo figlio di 56 anni, scroccone, che non vede mai. Sua cognata le dice irritata "Non sono la Taylor, e poi tu non l'hai mai chiamata Taylor, la chiamavi Jean" e con questa cosa dei nomi la Spark crea dei dialoghi esilaranti. Godfrey Colston non fa che leggere necrologi, e si accorge che è morta un'amica comune, Lisa Brooke, che è stata amante di diversi uomini. Ora, siccome anche lei era benestante, dovrebbe ereditare il suo bel patrimonio la cameriera, una certa signora Pettigrew, una ricattatrice dalla lunga pratica che deve il suo successo al fatto di potersi introdurre, in quanto cameriera personale, nelle stanze private di persone anziane molto ricche e scoprirne i segreti frugando nei cassetti di cui, con abilità di ladra consumata, si procura le chiavi. Ogni personaggio è descritto dapprima a grandi linee per poi entrare nel particolare, della signora Pettigrew sappiamo che per il momento non eredita, per una speciale clausola del testamento, e deve tornare a lavorare. Lo fa dai Colston, ben felice, lui, consigliato da Dame Lettie, di accogliere nella sua dimora una donna così elegante, di mondo, che non disdegnerebbe di andare a letto con lui o fare qualche servizio extra per guadagnare di più e tessere trame, ma non ce n'è bisogno perché Godfrey si accontenta che lei scopra l'attaccatura della calza alla giarrettiera per eccitarsi quanto basta e per questo spende volentieri una sterlina, che alla fine è sempre una sterlina! Pensa la signora Pettigrew mettendosela in tasca. Invece Charmian, che vediamo recuperare lentamente le sue facoltà, non sopporta la signora Pettigrew e cerca un po' di assecondarla perché non diventi troppo cattiva e persecutrice, e un po' di tenerla a bada. Nel frattempo Jean Taylor è nella casa di cura con le altre nonne, tutti le chiamano così, nessuno ricorda chi sono state o è interessato alla loro identità, come succede negli ospedali quando vai ricoverato e ti danno del tu e si prendono confidenze mai concesse o richieste. La descrizione della casa di cura è drammatica e esilarante insieme. Una delle none legge tutti i giorni l'oroscopo. 

I personaggi più "positivi" della storia sono appunto Jean Taylor, che ha una gran dignità, è al corrente anche lei di tanti segreti, ma usa questa conoscenza solo alla fine per liberare vicendevolmente Godfrey e Charmian ognuno dalle infedeltà dell'altro e tutti e due dalla nefasta presenza della signora Pettigrew.  Lineare e accettabile è la signora Anthony, la donna di servizio dei Colston, fedele alla sua padrona e leale. Ottima persona è l'ispettore Mortimer, alle prese con questa banda di anziani un po' fuori di testa. Anche Charmian è positiva a modo suo: quando riemerge dalla confusione del "colpo apoplettico" dimostra la propria lungimiranza, perché ai primi segni di decadimento aveva fatto sparire tutte le prove delle proprie marachelle, che la signora Pettigrew cerca invano, riducendosi a ricattare Godfrey, che non è furbo come sua moglie. Charmian dimostra la capacità di penetrazione psicologica che le era stata così utile per scrivere i suoi romanzi recentemente ripubblicati con successo, e dimostra l'ironia e la capacità di autotutelarsi, finendo i propri giorni lontano da tutti quelli che volevano sfruttarla o maltrattarla. Ci sono altri personaggi, la giovane Olive che vive di espedienti, il suo nonno poeta che facilmente dà i numeri, l'anziano sociologo che riempie volumi di osservazioni e di numeri che riguardano le reazioni dei conoscenti ai vari eventi sorprendenti della vita, a cui chiede di registrarsi le pulsazioni e la pressione, prendere nota del colore del viso e di altri segnali.   Comunque tutti si avviano a morire, uno di una cosa, uno dell'altra, come avviene normalmente su questo pianeta e non si saprà mai chi ha fatto quelle telefonate, forse la morte stessa, dice Jean Taylor. Qualcuno, come l'ispettore di polizia, si terrà per sé di averle ricevute anche lui. In questa storia si beve moltissimo tè, è praticamente l'unico pasto di cui si parli. Libro piacevolissimo nonostante l'argomento, che io ho esplorato parecchie volte come sa chi passa di qui, tentando anche di riderci sopra senza riuscirci ogni volta, purtroppo. Le scene della casa di cura quando arrivano le "geriatriche", ancora più vecchie e svalvolate delle altre, sono irresistibili, immagino che un film tratto da questa storia funzionerebbe benissimo, i dialoghi sono già scritti. 

Siccome le storie ci piacciono, dicevo, quando ci si trova qualcosa di familiare, io ci ho ritrovato le varie storie delle badanti, raccontate da loro in prima persona a volte come vittime e da chi le assume e le considera il diavolo, quando sono normalissimi esseri umani. Dalla Pettigrew impariamo cosa possono essere se sono pessime, da Jean Taylor cosa pensano le migliori di loro. Dame Lettie mi ha ricordato una mia amica, alla fine morirà quasi di sua propria mano, dopo aver costruito una serie di rituali per paura. Tante scene mi hanno ricordato i colloqui con anziani fuori di testa, prima di tutto la mia suocera. 

Qualcuno che aveva scritto un piccolo manuale per la soluzione dei conflitti di coppia mi disse che il suo era un libro di servizio. Molto noioso. A me per affrontare questioni personali, conflitti e per guardarmi dentro serve infinitamente di più la letteratura soprattutto quando ha questi tratti umoristici. Ridere dell'umanità fa bene. Solo quasi alla fine compare un bimbo molto piccolo, il nipotino dell'ispettore, come un seme buttato nel futuro. Il modo di scrivere è semplice e non pretenzioso, la trama avvincente nonostante si parli di gente con cui è difficile identificarsi, se non altro perché hanno un brevissimo futuro davanti, ma raccontato bene è avvincente anche quello.  Ora vado a cercarmi un altro libro di Muriel Spark.